Intervistato da R105, il ministro degli Interni Matteo Salvini ha rilasciato dichiarazioni preoccupanti in materia di cannabis. Il Conte dice la sua e prevede gli sviluppi legislativi nei prossimi 100 e 1000 giorni
Barconi stracolmi di migranti rispediti al mittente in spregio alla vita umana? Indispensabile affermazione della sovranità nazionale in una situazione di emergenza totale? Salvini fin dal primo giorno ha scatenato il dibattito politico e polarizzato l’opinione pubblica, con ottimi successi elettorali.
Una questione di cannabis: la posizione di Salvini
Da queste colonne non entriamo nel merito politico, perché il vostro Conte é più interessato alla canapa light che non alle vicende politiche.
Ed é proprio sul tema cannabis e legalizzazione che il ministro degli Interni ha espresso la sua posizione, in una intervista a R105 citata da dolcevita così:
E’ un fenomeno di cui si parla troppo poco: però ahimè sta aumentando a dismisura il consumo di droghe. Non distinguo tra pesanti e leggere
Dolcevita fa giustamente notare che questa é la classica posizione da proibizionista stile Fini e Giovanardi. Ricorderà il lettore che questi ultimi disutili sono stati consegnati per sempre agli archivi della storia, e non faranno ulteriori danni.
Dovremmo preoccuparci?
La risposta veloce é NO, non c’é da preoccuparsi a breve.
La risposta lunga é che questo governo ha due anime fortemente contrapposte sul tema cannabis. Da una parte la Lega, che sostiene politiche proibizioniste per evidenti ragioni di consenso elettorale, e dall’altra il M5S che sostiene politiche antiproibizioniste, forse per motivi elettorali.
La Storia insegna che da un governo con due anime diverse non può nascere una decisione sbilanciata.
Inoltre, il contratto di governo non menziona la cannabis. Questi due elementi fanno pensare ad una sostanziale cristallizzazione dello status quo.
Cosa succederà nei prossimi 100 giorni
Nei prossimi giorni 100 giorni di governo possiamo ragionevolmente ritenere che la situazione relativa alla canapa light resterà come oggi.
Forse potrebbe essere regolamentata, con l’obbligo di licenza ed il divieto di vendita ai minori di 18 anni, come già succede in Canada per la marijuana legale.
Una regolamentazione del settore non sarebbe un male e metterebbe a tacere per sempre i deliranti discorsi da gerontocomio del consiglio superiore della sanità e di Garattini. Entrambi peraltro già messi a tacere egregiamente dal ministro della sanità.
Cosa succederà nei prossimi 1000 giorni
Se nei primi 100 giorni i politici leghisti si concentrano solitamente sulle azioni importanti, urgenti e soprattutto ad alta visibilità politica, la questione é diversa nei 1000 giorni.
In questo arco temporale i politici si devono concentrare sui progetti di ampio respiro e di crescita vera, meno visibili ma più efficaci.
Dipenderà dunque da come si evolveranno i rapporti di forza tra i partiti al governo. Di nuovo, l’assenza della canapa dal contratto di governo ci fa prevedere un sostanziale mantenimento dello status quo, nella misura in cui M5S e Lega resteranno equipollenti.
Tre argomenti strategici in favore della legalizzazione
Rendiamoci conto di una cosa. La battaglia per la legalizzazione della cannabis in Italia oggi non passa solo dall’opinione di Salvini o dalla posizione dei politici del M5S: passa anche e soprattutto dalla politica internazionale, dalla volontà di realizzare politiche sociali espansive e naturalmente dallo stato delle finanze pubbliche.
1. La politica internazionale é determinante
Il Conte non si riferisce solo alla legalizzazione della canapa in Canada.
Il riferimento molto forte è invece alle dinamiche europee. Un governo sovranista come quello attuale è destinato ad alzare ulteriormente il livello dello scontro politico ed economico in sede europea. Con l’oggettiva possibilità di una disgregazione geopolitica globale dell’eurozona.
In altre parole, l’eurozona potrebbe saltare, ed anche abbastanza presto.Dopotutto l’unione sovietica è scomparsa in una notte. Questo pone un problema di finanze pubbliche, in particolare un grande bisogno di soldi per lo stato.
2. e 3. Politiche sociali espansive e finanze pubbliche
Come lo paghiamo il reddito di cittadinanza, come paghiamo più risorse per le scuole, gli ospedali, le forze di polizia?
Questi sono argomenti cari al governo, che presto o tardi dovranno diventare provvedimenti concreti. La copertura di bilancio per questi provvedimenti manca. Lo stato ha bisogno di soldi. Tanti.
La legalizzazione della cannabis come aiuto alla politica
Il mercato della cannabis illegale in Italia vale circa 5 miliardi di euro l’anno. Le fonti sono contrastanti sui numeri effettivi, trattandosi di mercato nero.
L’analisi del 2016 del Dipartimento per le Politiche Antidroga, citato dal Corriere (che nome!) stima che 6 milioni di italiani ne facciano un consumo abituale. Stimando un consumo di un grammo ogni 3 giorni, si arriva ad un consumo di circa 10 grammi al mese e ad una spesa di circa 75 euro mensili a testa.
Pari appunto a 5 miliardi di euro citati da altre fonti.
Con una tassazione al – diciamo – 50%, la legalizzazione porterebbe nelle casse dello Stato 2.5 miliardi di euro. Sono pari a 2500 milioni di euro in più nelle casse del fisco, che oggi invece vanno nelle casse della criminalità.
Si tratta di più dell’intero stanziamento destinato nel 2017 per l’adeguamento antisismico delle scuole nel periodo 2018-2020. Si tratta del 10% circa della manovra fiscale del 2017. Non è poco. Anzi. E sarebbe gratis, e sarebbero 2.5 miliardi in meno alla criminalità.
Al posto di Salvini, rivedrei la posizione sulla cannabis nel nome di una buona dose di realpolitik. Oppure per il bene del Paese.
Fly high
Il Conte
PS: peraltro Salvini nella sua prima ora aveva posizioni antiproibizioniste, sempre da dolcevita.