cinque visi entusiasti

Le 5 proposte di legge per salvare (o uccidere) la canapa light, spiegate facile. I pro e i contro di ciascuna

L’assedio alla canapa light è una farsa. Perché la canapa light è qui per restare, come abbiamo scritto molte volte. Anche il Parlamento ha aperto un occhio e sta cominciando a muoversi con una serie di proposte per salvare  (o uccidere per sempre) la canapa light. Ecco le 5 proposte spiegate facile.

Hanno cercato di schiacciare la canapa light con un assedio legale, e non ci sono riusciti. Negli ultimi mesi sono state ordinate dalla magistratura numerose perquisizioni nei CBD shop attraverso tutto lo stivale. Alcuni rivenditori si sono trovati di punto in bianco le forze dell’ordine nel negozio. Si sono trovati la merce sequestrata e verbali per spaccio, perchè questo è. Coinvolti i rivenditori e, in cascata, i produttori.

Il Conte non osa nemmeno immaginare l’assurda trafila burocratica che rivenditori e produttori stanno fronteggiando. Danni di immagine, danni di mancata vendita, spese legali e un’infinita perdita di tempo. E tutto questo si risolverà ragionevolmente in nulla, dal momento che in genere tutti i produttori e i rivenditori rispettano il limite fissato dalla circolare integrativa alla legge 242.

Ora, il punto è esattamente questo.

La legge 242 non è abbastanza chiara e non era chiara fin dal principio. Al che, il ministro competente ha emanato una circolare per fare chiarezza. La circolare chiarificatrice non ha chiarito molto (per esempio: svizzere si o no? certificate si o no?).

Il Conte riconosce che la circolare è stata utile per metterci una pezza al momento giusto, ma non è una soluzione di lungo periodo e ha bisogno di essere aggiornata e di diventare una legge definitiva, vera e propria.

Fino ad allora, esisteranno sempre magistrati che, mossi da meraviglioso zelo e straordinaria conoscenza del codice, troveranno nelle pieghe del diritto lo spazio sufficiente per ordinare i sequestri e le ingiunzioni.

L’unico settore in forte crescita in Italia

Nonostante questo, il settore della canapa light è ancora in piena espansione, forse l’unico in Italia ad essere in crescita.

La 242 e la circolare hanno consentito la creazione di un settore che genera ricavi, stipendi e tasse, e incontra il favore del pubblico, lasciando però aperta la porta a sequestri e verbali. C’è qualquadra che non cosa. 

Per fare business servono regole chiare e certe per tutti

Il settore è sano e solido. I produttori sono bene avviati, sono numerosi e sono basati per lo più in Italia. I rivenditori sono tanti e sono ben radicati. In ogni paese di dimensioni decenti c’è almeno un CBD Shop.

Easyjoint, l’azienda che per prima ha osato rompere la diga, ha venduto il 47% del suo capitale al fondo di investimento canadese LGC per 4 milioni. Ha creato valore. 

Per continuare a creare valore, l’intero settore ha bisogno di regole certe, solide e stabili, a livello di tutta la filiera: dalla produzione alla vendita, fino alla tutela del consumatore.

Perfino quel dormitorio pubblico chiamato Parlamento Italiano se n’è accorto, e questo è un bene. L’unico dormitorio pubblico in cui – anziché pagare per dormire – si ottiene un grasso stipendio e prebende a pioggia. Forse svegliati dal tintinnare delle manette e dalle urla di chi si è visto sequestrare merce e chiudere il negozio, deputati e senatori hanno cominciato a toccare la questione, forse con il solo obiettivo di potersi rimboccare le coperte e abbracciare di nuovo il dorato cuscino.

Le 5 proposte spiegate facile

Quindi ben vengano le proposte. Eccole. 

Proposta 1. Meglio di un calcio nei denti

Di Silvia Benedetti, gruppo misto (con uno spruzzo di limone, grazie), qui il testo completo. Da notare che la proposta è sul tavolo dal 1 agosto ed è stata modificata il 16 Novembre 2018 . I punti principali:

. il governo dovrà regolamentare tutti i prodotti derivati dalla canapa sativa, semi o cime, che potranno essere utilizzati nella preparazione di alimenti e cosmetici.

. una chiara e precisa iniziativa normativa, che riconosca che tutti i prodotti derivati dalla canapa, a base di semi o a base di infiorescenze, non sono da considerarsi stupefacenti

. inserire la cannabis sativa, in tutte le sue parti, incluse le infiorescenze, nell’elenco delle piante officinali” e a “non assoggettare a monopolio di Stato il mercato delle infiorescenze di canapa industriale”.

Pro: i monopoli di stato staranno alla larga dalla canapa light (sigaretta elettronica, anyone?). E i prodotti a basso THC sono da considerarsi non stupefacenti. In effetti, magari sono buoni, ma stupefacenti non lo sono per niente.

Contro: la proposta propone, si, ma “impegna il governo” a fare qualcosa. Sarà cura poi del governo fare effettivamente qualcosa. Ed è tutto da vedere cosa vorrà fare effettivamente il governo.

Voto complessivo: 3.5/5 

Il giudizio de Il Conte: Da completare e articolare meglio, comunque gli spunti ci sono. Da valutare attentamente le conseguenze dell’inquadramento come pianta officinale.  

 

Proposta 2. La canapa uccide, la terra è piatta, e poi ci sono i dinosauri

Da Maria Teresa Bellucci, Fratelli d’Italia (fratelli? ma quando mai?), qui il testo completo. Sul tavolo dal 6 Dicembre 2012.

La proposta è talmente priva di senso che Il Conte ne riporta lo stralcio più divertente per far sorridere l’affezionato lettore. Questa proposta impegna il governo a…

. adottare una chiara e precisa iniziativa normativa che riconosca che tutti i prodotti derivati dalla canapa industriale, a base di infiorescenze, sono da considerarsi stupefacenti.

. la terra è piatta (non è scritto nel testo ma potrebbe comparire da un momento all’altro).

. salvare i dinosauri dall’imminente impatto di un asteroide (idem).

Pro: se è una trollata, è geniale e fa ridere.

Contro: se è seria, terra piatta e dinosauri a parte, è totalmente fuori strada.

Voto complessivo: 1.0/5 

Il giudizio de Il Conte: alla plebe! 

 

Proposta 3. La storia dell’oca: è buona ma è poca

Di Susanna Cenni, PD (che è piccolo ma esiste: come il Molise), qui il testo completo. Stesa dal 12 Dicembre 2018. I punti chiave sono:

. impegno del governo a definire i livelli massimi di residui di THC ammessi negli alimenti ponendo così fine alle incertezze

. fare chiarezza sulle modalità di coltivazione e di riproduzione della canapa. Qui il chiaro riferimento è alla questione delle talee, che si possono fare per scopo ornamentale ma non per la coltivazione, nonostante sia la soluzione probabilmente perfetta. Bene che sia risolta.

. tutela del consumatore, con un disciplinare per la tracciabilità, la qualità e la tutela del consumatore, coinvolgendo le associazioni della canapa. Che, come è noto, si guardano in cagnesco a vicenda.

Pro: è ora di regolamentare il THC negli alimenti. E anche correggere il paradosso delle talee. Inoltre è bene tutelare il consumatore.

Contro: anche qui si chiede l’impegno del governo, senza tempi né certezze.

Voto complessivo: 2.5/5 

Il giudizio de Il Conte: alcuni spunti funzionali, non risolutiva, ha bisogno di essere più pervasiva.

 

Proposta 4: Non so bene quello che faccio ma almeno ci provo

Di Michela Rostan, Liberi e Uguali (chi?), testo completo qui. I punti chiave sono:

. l’invito a fissare il limite definitivo di THC, evitando così che i commercianti siano passibili di vendita di sostanze stupefacenti.

. coinvolgere le associazioni di imprenditori e commercianti per definire, entro un determinato periodo, la commercializzazione delle infiorescenze.

. coinvolgere il Consiglio superiore di sanità a accertare, in maniera chiara e scientifica, l’eventuale pericolosità per la salute umana di prodotti a basso contenuto di Thc.

. dare seguito e rilevanza generale, in tempi brevi, al «Disciplinare di produzione di infiorescenza di cannabis sativa light in Italia» approvato il 20 giugno 2018 dal Tavolo tecnico.

Pro: anche qui emerge la questione di fissare un limite definitivo al THC, e si specifica che i commercianti non devono essere arrestati. Si insiste per un disciplinare, che di fatto è un insieme di norme per la coltivazione, vendita e tutela del consumatore.

Contro: idea geniale quella di coinvolgere il Consiglio Superiore della Sanità. Il gerontocomio si è già espresso in modo non favorevole su THC e CBD, probabilmente come risultato di una prolungata conversazione tra i suoi longevi componenti, secondi per età solo a Sua Altezza Reale la Regina Elisabetta. 

Voto complessivo: 2.5/5

Il giudizio de Il Conte: Mettiamo Dracula presidente dell’Avis che andiamo sul sicuro. Bene l’idea di limite ufficiale e definitivo. Ha bisogno di date certe. 

Proposta 5: centrata e concreta!

E infine il senatore Matteo Mantero del Movimento 5 Stelle (finché la barca va…) e formula l’unica proposta che sia davvero accettabile e ragionevole. Inoltre, a differenza delle precedenti che sono solo lavori di commissione parlamentare, questa proposta è un vero e proprio disegno di legge depositato in uno dei due rami del dormitorio pubblico: il Senato.

I punti chiave:

. Innalzamento fino all’1% soglia THC per la canapa light e assoggettamento della produzione e della vendita a norme specifiche a tutela del consumatore.

e per la canapa con THC, rullo di tamburi…

. Consentita l’autocoltivazione. Fino a 3 piante, anche in forma associata. La modalità si ispira ai cannabis club spagnoli: gruppi di persone, fino a 30, si associano per coltivare insieme fino a 90 piante, e poi possono spartirsi la produzione tra loro senza fini di lucro. Che sarebbe già un grandioso salto in avanti.

. Detenzione legale fino a 15 grammi in casa e 5 grammi fuori. Si presume, anche se per ora non è chiaro, che la soglia dei 15 grammi sia aggiuntiva rispetto alle 3 piante (che da sole possono fare anche più di tre etti, per la cronaca).

Pro: anche qui si fissa una soglia certa di THC per la canapa light. La soglia si alzerebbe all’1% come in Svizzera. Per la canapa attualmente illegale, è consentita la coltivazione di 3 piante, che sono più che sufficienti per il consumo personale. Inoltre apre la strada all’apertura dei cannabis social club sul modello spagnolo. Anche 15 grammi in casa e 5 grammi fuori casa sono più che sufficienti. Approvazione della associazione Luca Coscioni.

Contro: non è una legalizzazione totale e completa come in Canada. Il governo ha opinioni diverse: il ministro Fontana, sentita la notizia, è entrato in stato confusionale e ha dichiarato che “è una provocazione”, anticipando che il decreto non avrà vita facile in Parlamento.

Voto complessivo: 4.5/5, approvato da Il Conte con Cartina d’Oro honoris causa!

Il giudizio de Il Conte: i cambiamenti si fanno a piccoli passi. Questa è una proposta vera e concreta. I politici non si metteranno facilmente d’accordo e forse, a questo punto, la strada migliore è dare la parola al popolo con un referendum. 

 

Cosa succede ora

Dalle commissioni non ci si aspetta molto, perchè “impegnano il governo” a “fare questo e quello” e peraltro “in un tempo ragionevole”, il che è sostanzialmente discutere del sesso delle piante di maria quando sono ancora in vegetativa.

Però ecco: le proposte almeno sono sul tavolo e se ne parla.

 

Come fare pressione sulla politica: la pagina Facebook da un milione di like per salvare la canapa light

Il Conte invita i lettori a fare pressione sul dormitorio pubblico di Roma facendo sentire la propria voce.

Clicca sull’immagine, e fai like su Facebook sulla proposta de Il Conte a sostegno della regolamentazione della canapa light (e anche dell’altra).

La pagina prevede:

  1. Regolamentazione della canapa light come da proposta sen. Mantero
  2. Autoproduzione canapa illegale consentita fino a 3 piante come da proposta 
  3. La parola al popolo! Se per il governo sarà difficile decidere, chiediamo che sia indetto un referendum perchè il popolo si esprima una volta per tutte. 

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Il Conte

 

 

2 pensieri su “Le 5 proposte di legge per salvare (o uccidere) la canapa light, spiegate facile. I pro e i contro di ciascuna”

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