E’ tempo di agire! La Road Map de Il Conte per tutelare il settore e ripristinare il normale svolgimento delle operazioni di produzione e vendita
Dopo il Giovedì Nero della canapa light, con la sentenza della Corte di Cassazione che ha nuclearizzato in poche ore un settore da 10.000 addetti, è tempo di fare. Domani 6 giugno si terrà la prima riunione degli operatori del settore: le 250 persone che contano e spostano. In pratica gli Stati Generali della Canapa Light.
Per chi non può unirsi di persona, la riunione sarà visibile in diretta streaming su Facebook dalla pagina Erba del Conte.
Attualmente siamo in una situazione di emergenza che richiede risposte rapide e incisive.
Ecco la Road Map per il ripristino dell’ordine.
1. Obiettivo: mantenimento status quo, certezza del diritto e tutela della libertà di impresa. Confronto con la politica per colmare SUBITO il vuoto normativo.
Il limbo giuridico causato (forse involontariamente) dalla Corte di Cassazione ha di fatto bloccato completamente l’intero settore e deve essere immediatamente sanato.
Abbiamo bisogno di una legge che definisca entro 15 giorni i punti seguenti:
- Soglia 0.6% THC come tetto massimo
- Controlli regolari nei canapa shop
- Multe e chiusura del negozio in caso di vendita di infiorescenze illegali
- Soglie precise di principio attivo negli alimenti
- Controlli sulla qualità delle infiorescenze
- Canapa come prodotto per il consumo umano
La politica deve capire che la situazione attuale di emergenza è ben oltre la follia. Un intero settore è completamente bloccato. Le forze dell’ordine in queste ore stanno sequestrando infiorescenze e rilasciano verbali di spaccio di stupefacenti (è un reato penale) in modo totalmente casuale e incoerente. Con differenze inspiegabili anche solo da città a città della stessa regione.
Sono state sequestrate infiorescenze con percentuali di THC nettamente inferiori a 0.5%, percentuali confermate dalle analisi delle forze dell’ordine, come nel caso dello shop di Torino il 30 Maggio. Le forze dell’ordine hanno affermato – in quel caso – che la questione è relativa alla presenza di THC nelle infiorescenze, a prescindere dalla quantità e dalla percentuale.
A breve i tribunali saranno affollati di processi che – ragionevolmente – si risolveranno in niente. Le forze dell’ordine corrono a sirene spiegate a sequestrare fiori secchi. Questo monumentale spreco di risorse (ne abbiamo così tante da gettare via?) è anche una suprema ingiustizia che deve essere sanata.
Non è una questione di canapa si / canapa no / soglia drogante o cosa. E’ questione di rispetto per la legge e per il diritto.
La situazione attuale ha fatto sprofondare l’Italia dei canapa shop ai livelli del Pakistan profondo, dove la legge non arriva e le forze di polizia, forse impreparate, possono spadroneggiare. Non è ammissibile, nella nazione del Diritto Romano e fondatrice dell’Unione Europea, che sulla base del caos giuridico intere aziende siano gettate nel panico e non possano operare liberamente, nei limiti di legge, nel libero mercato.
Vogliamo finire come il Pakistan, dove i negoziati sono costretti a corrompere le forze dell’ordine, umiliando sé stessi e l’intero paese solo per poter sopravvivere?
Abbiamo diritto a una legge chiara, certa, che tuteli le aziende e i consumatori, come è normale che sia in paesi dove vige la certezza del diritto.
Il Conte è al corrente di un canale aperto con il Ministro Di Maio da parte di un prezioso contatto di business.
Secondo la Segreteria del Ministero per lo Sviluppo Economico, la questione canapa shop è di competenza del MISE e non del ministero degli interni. Ciò sottrae potere contrattuale al ministero degli interni e apre interessanti dinamiche di maggioranza. Sembra inoltre che la Segreteria non sia del tutto informata sulla pioggia di controlli – privi di senso logico – che stanno abbattendo con il terrorismo psicologico l’ultimo settore ancora in crescita in Italia.
Dunque la parola spetterebbe al Ministero per lo Sviluppo Economico.
Aiutiamolo a far passare ciò che è giusto.
La proposta può attecchire nelle dinamiche della maggioranza, perchè:
. spegne il folle scontro politico sul piano canapa si / canapa no e pone il confronto politico sul piano sano ed equilibrato della certezza del diritto e del sacrosanto diritto di impresa sancito dalla Costituzione (o di ciò che ne resta). Come dovrebbe essere la politica in una nazione normale.
. con il sostegno di un intero settore, favorisce il sano riequilibrio dei rapporti di potere nella maggioranza. Il Ministro degli Interni si occupi degli Interni, che dello sviluppo economico se ne occuperà il Ministro dello Sviluppo Economico.
. evita crisi di governo. Avventurarsi in una soluzione parlamentare di forza, con l’appoggio del PD o di una maggioranza trasversale farebbe cadere il governo subito, viste le recenti dinamiche politiche. E in questo momento storico proprio non possiamo permetterci un governo in crisi, che piaccia o meno.
E’ nostro dovere confrontarci con il Ministero competente per tutelare il nostro diritto di imprenditori e aziende ad avere certezza del diritto e libertà di impresa.
Erba del Conte chiede ufficialmente il mandato e il sostegno a tutti gli operatori del settore e delle associazioni, a prescindere dagli schieramenti politici e diplomatici, per attivare il canale con il Ministro dello Sviluppo Economico, creare un ristretto team di operatori del settore preparati e professionali, avviare le negoziazioni e colmare il vuoto normativo una volta per tutte.
In quanto arbitro indipendente e rigoroso di tutto il mercato, Il Conte è l’unica realtà della canapa light a poter garantire il sostegno imparziale a tutta la filiera – da chi pianta il seme in campo a chi vende la bustina negli shop, a prescindere da qualsiasi politica, diplomazia e schieramento.
2. Obiettivo: organizzazione e lancio del referendum per la legalizzazione e autoproduzione di tutta la cannabis
Il Conte ha imparato dai manager della Silicon Valley che è proprio nei momenti di emergenza e di alterazione degli equilibri che si può affondare la lama.
Siamo in tanti, siamo agguerriti, siamo sul piede di guerra – perchè chiedere 10 quando possiamo avere 100? Perchè fermarci a regolamentare un settore, quando possiamo avere la legalizzazione di tutta la cannabis?
La politica in questo caso non c’entra.
E’ evidente che l’argomento cannabis è campo minato per tutte le forze politiche. Ed è altrettanto evidente che nessuna forza politica si assumerà mai la responsabilità di votare una legge sulla legalizzazione.
Visto che la politica non può, non vuole, o ha troppa paura di decidere, che sia data la parola al popolo.
Il referendum punterà alla legalizzazione dell’autoproduzione, con un quantitativo massimo di piante per uso personale (ludico o medicale) e una quantità massima di cannabis detenibile e trasportabile, sulla scia della proposta Mantero.
Raccoglieremo le firme in un lampo, con tutto il sostegno che abbiamo nei canapa shop e dei collezionisti.
Per le forze politiche è conveniente. Saranno libere dall’imbarazzo di schierarsi e potranno fare liberamente campagna elettorale pro o contro, a prescindere dai rapporti di maggioranza / opposizione e tutto il resto.
Salvini farà propaganda proibizionista – che sia. Altri faranno propaganda antiproibizionista – che sia.
E che alla fine vincano gli italiani.
Domani saremo felici di discuterne in riunione. Che si terrà a Rho, in via Magenta 99, presso una agenzia di intelligence privata gestita da 10 anni da un ex carabiniere..
..uhm.
Fly high!
Il Conte